enricotomaselli

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L’uomo da battere

with one comment

#ZombiesASantaLucia #NoSexAppeal #CongelaIlRospo

Chi non conosce la storiella del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Solitamente la si cita per sostenere che si può guardare alle cosa con ottimismo o con pessimismo. Sarà che io non amo indulgere né all’uno né all’altro, ma preferisco pensare che sia, più semplicemente, la saggia indicazione di guardare alle cose da più punti di vista. Che poi, nel bicchiere, l’acqua sempre quella è…
Allora vorrei concedermi uno di questi rovesciamenti di prospettiva.

Zombies...

Zombies…

In questo inizio di pre-campagna elettorale per le elezioni regionali campane, c’è un lietmotif costante, pur nella cacofonia dissonante delle voci: l’uomo da battere è il governatore uscente Stefano Caldoro. L’uomo da battere non già perchè sarà certamente lui il candidato del centrodestra, ma perchè – per valutazione pressoché unanime – non sarà affatto facile batterlo. Non per caso, uno degli argomenti a sostegno della contro-candidatura dell’europarlamentare Pina Picierno, sono i 100.000 voti raccolti alle europee.
Ecco, io mi chiedo: come mai? Cosa fa di Caldoro l’uomo da battere?

Solitamente, chi ha precedentemente amministrato – a meno che non l’abbia fatto davvero molto bene – parte svantaggiato, i cittadini tendono infatti a non rinnovare la fiducia a chi ha mal gestito la cosa pubblica. Forse che il governatore campano ha ben governato? Proprio non si può dirlo. Il riassetto finanziario della sanità è duramente pagato dai cittadini, il trasporto pubblico regionale è al collasso, la cultura in mano ad una gestione che definire personalistica è un eufemismo, gli annosi problemi della regione solo incancreniti.
Talvolta, però, anche ad onta di risultati modesti (se non peggio), può fare tanto la personalità del candidato. É questo il caso del nostro? La vedo dura… Ha il sex-appeal di un travet ed il carisma di un contabile, e persino nel suo schieramento primeggia solo perchè più presentabile di altri.
Sarà allora per una travolgente forza dei partiti che lo sostengono? Anche qui, non ci siamo. Il centrodestra campano arriva alle elezioni regionali dopo essersi frantumato a livello nazionale, registrando un clamoroso tracollo in termini di voti, e sul territorio ha subito colpi e contraccolpi per via delle disavventure giudiziarie di più d’un esponente di primo piano.

Ma allora cos’è che fa di costui il principale ostacolo alle “magnifiche sorti e progressive” del centrosinistra? Cosa lo mantiene, in cima ai pensieri dei king-makers democrats?
La risposta lapalissiana è: ma il centrosinistra!!!
Persino una figura grigia e senza un successo da vantare alle spalle, di fronte al mohave desert appare come uno splendido miraggio. E sì perchè, dopo il triplete di sconfitte registrate in regione (provincia di Napoli, Regione Campania, comune di Napoli), il centrosinistra non s’è più ripreso. Se fosse stato uno studente, in pagella figurerebbe n.c., non classificato. Anzi – per omogeneità all’ambiente… – potremmo tranquillamente parlare di abbandono scolastico. E come da classico, solo l’adrenalina per-elettorale ha resuscitato lo zombie.
Chiaro che contro i morti viventi anche monsù travet farebbe il suo bel figurone…

La domanda vera, dunque, è: siamo sicuri che la brace sia meglio della padella, per quanto sporca e consunta? Ma soprattutto, siamo sicuri che questa domanda non se la siano fatta anche a Palazzo Chigi?
Perchè magari magari, anche da quelle parti potrebbe non dispiacere congelare per altri 5 anni ‘sto brutto rospo che è la Campania…

Written by enricotomaselli

24 settembre 2014 a 20:36

Una Risposta

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  1. […] ad un candidato che le bypassi. Ovviamente, queste due opzioni sono a loro volta subordinate di un’altra questione: il PD vuole davvero riconquistare la Regione Campania, o segretamente punta a lasciarla a Caldoro? […]

    La fonduta | enricotomaselli

    29 settembre 2014 at 16:33


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