enricotomaselli

Talkin' about revolution (all texts are copyleft)

Posts Tagged ‘Giornate x la Cultura

Il Grande Nulla

with 15 comments

Infine, ed inevitabilmente, il rimpasto è arrivato.
Ovviamente, come era prevedibile, si tratta di un rimpastino, perchè al di là del rimescolamento dei nomi, assolutamente nulla è cambiato. Da un certo punto di vista, anzi, i mutamenti intervenuti nella Giunta comunale si dimostrano rivelatori della crisi profonda – e per nulla risolta – che attraversa l’amministrazione. L’obiettivo iniziale del Sindaco era quello di allargare la sua base, sia sul piano consiliare che su quello sociale. E, attraverso questa operazione – che contava di chiudere con un coinvolgimento di PD e SEL – rientrare in qualche modo in quella che costituisce il suo unico, vero interesse: la partita politica nazionale.
Sfortunatamente per lui, le cose sono andate diversamente dal previsto. Il PD, per quanto allo sbando ed attraversato da numerose pulsioni favorevoli all’ingresso in Giunta (l’astinenza da governo è difficile da… governare!), ha preferito mantenersi libero, rinviando a tempi (e condizioni) migliori un’eventuale rientro a Palazzo San Giacomo. Dal canto suo anche SEL, che pure non si trova in condizioni migliori, ha saputo resistere alla sirena arancione, ben comprendendo che un allargamento della maggioranza si costruisce sulla base di un diverso programma – e non semplicemente su un diverso organigramma.
In compenso, la fu rivoluzione arancione (e civile) sembra aver sedotto quantomeno i consiglieri UDC, che ormai supportano la maggioranza quasi stabilmente…
Del resto, anche il Sindaco è allegramente passato dalla fiera opposizione al governo Monti al sostegno al governo Letta, composto dalla medesima maggioranza del precedente, destinato a svolgere sostanzialmente le stesse politiche, ed oltretutto con una più marcata (e talvolta marchiana) presenza di esponenti del PDL.
Si potrebbe pensare che De Magistris, dopo aver isolato la città rispetto al governo nazionale con le sue reiterate esternazioni ostili, si sia ora ravveduto. Ma essendo io un noto malfidato, ho le mie riserve; ben più probabile, infatti, che si tratti soltanto di una tardiva mossa tattica, adottata in funzione di quelle (mai sopite) ambizioni nazionali di cui dicevo.
Il Sindaco, infatti, ha sempre mostrato di non comprendere che – in quanto tale – dovrebbe intervenire nel dibattito politico attraverso i suoi atti amministrativi, e non con i tweet rivoluzionari o le dichiarazioni roboanti ai media.

Il Grande Nulla, ma quello 'autentico'

Il Grande Nulla, ma quello ‘autentico’

Sia come sia, il maquillage amministrativo è alfine arrivato.
Come sempre, preferisco concentrare l’attenzione sulle politiche culturali, chè troppo ci sarebbe da dire sull’amministrazione della città in generale.
E poiché questo rimpastino, pur non essendo il primo cambiamento nella squadra del Sindaco (che sin da subito non ha fatto che perdere pezzi), rappresenta comunque uno spartiacque, mi sembra giusto partire da un bilancio di quanto ci lasciamo alle spalle. Anzi, da un bilancino.
Se si guarda all’indietro, a questi due anni, è davvero difficile trovare traccia di una qualche politica culturale. Direi quasi che è difficile trovare qualche traccia, purchessia. Il biennio trascorso all’insegna di Antonella Di Nocera non lascia alcunché alla città, non un evento significativo, non un indirizzo di rilievo, non un importante processo avviato. E probabilmente non poteva essere diversamente, per una gestione subalterna quale è stata quella appena conclusa; subalterna nei confronti dei De Magistris (Sindaco e fratello), ovviamente.
Alla mancanza di fondi, che sull’assessorato alla cultura ha pesato ancor più che su altri, si è sommata la mancanza di idee; dalle stanze dell’assessorato, nel corso di questa prima fase amministrativa, ne sono uscite ben poche, e nessuna di successo. Spesso bistrattata dalla sua stessa maggioranza (si ricordano i pubblici attacchi di Maria Lorenzi, presidente della commissione cultura del Comune), l’assessore Di Nocera può vantare all’attivo solo le Giornate x la Cultura, tardive ed insufficienti. Per il resto, non pervenuta. Sostanzialmente, la sua gestione è stata caratterizzata da un approccio raccogliticcio: mettere insieme tutto ciò che in città viene comunque prodotto sul piano artistico e culturale, cercando di farlo apparire come un qualcosa di unitario, di programmato.
A fine mandato, posso confermare la valutazione che ne feci tempo addietro, in un intervista al Corriere del Mezzogiorno: “Volenterosa, inadeguata”.

La seconda (ed ultima?) fase dell’amministrazione napoletana, si apre ora con la nomina di Nino Daniele al posto che fu della Di Nocera. É sempre sgradevole, dover in qualche modo anticipare un giudizio sull’operato delle persone. Sarebbe più corretto attendere di poterlo fare ex post, o quanto meno dopo un sufficiente lasso di tempo. Purtuttavia, quando si parla di questioni politiche, il peso delle singole personalità è ridimensionato, rispetto a quello sovradeterminato dal quadro generale.
E questo, è segnato dal fatto che il rimpasto della Giunta comunale è sfacciatamente legato ad esigenze di facciata, e non di sostanza. Non c’è infatti alcuna variazione di programma – non essendoci alcun programma, sarebbe in effetti difficile… – e quindi tutto è destinato a proseguire come prima.
Certo, il neo-assessore è stato Sindaco di Ercolano, quindi si può supporre che sia meno disponibile ad un ruolo così smaccatamente subalterno. D’altro canto, pare che sia noto soprattutto per il suo impegno anti-camorra, avrà quindi bisogno di qualcuno che di politiche culturali ne sappia… Ovviamente, e giustamente, un ruolo politico e non tecnico non necessita strettamente di una competenza specifica; ma certo non guasterebbe.
Ci sono ora alcune grandi questioni, che attendono l’assessore Daniele.
C’è innanzitutto il buco nero del Forum Universale delle Culture. In merito al quale, in questi anni, abbiamo sentito dire di tutto e di più, ma senza mai vedere nulla di vero. Si dice che le bugie hanno le gambe corte, perchè non vanno lontano; ma in merito al Forum, siamo da tempo alle bugie focomeliche
C’è la questione del PAN. Cosa fare, con quali idee, quali mezzi, quali obiettivi, del Palazzo delle Arti Napoli. Ormai ridotto più che mai a grande contenitore senza identità, inseguendo maldestramente l’idea di metterlo a reddito.
C’è il problema del Mercadante – e del teatro in generale, a Napoli. Un problema politico, che riguarda la Direzione De Fusco, ed uno economico, che attiene ai fondi che il Comune deve al Teatro di Città. Ma ovviamente senza dimenticare la crisi di un intero comparto, ed il modo in cui questa si intreccia con la gestione del Napoli Teatro Festival Italia.
C’è da risolvere i nodi della biblioteca Marotta e della collezione De Simone. Due importanti patrimoni cittadini, che rischiano di andare dispersi, o comunque di non ricevere l’adeguata attenzione.
C’è la questione della destinazione d’uso di alcuni importanti spazi, per di più già interamente (o quasi) restaurati, come il complesso conventuale di San Domenico Maggiore, l’ex-Ospedale Militare ai Quartieri Spagnoli, l’Albergo dei Poveri a Piazza Carlo III…

Ancora una volta, le questioni sul tappeto sono esattamente le stesse di due anni fa – ma incancrenite. Saprà il nuovo assessore, non dico risolverle, ma quanto meno affrontarle? Riuscirà a strappare qualche risorsa al Sindaco – o magari ad attingere a qualche finanziamento europeo? Vedremo finalmente messe in campo delle idee?
La speranza (che non vuole mai morire…) è che qualcosa si muova. La previsione (spero sinceramente smentita dai fatti) è che nulla cambierà. Per uscire da questo Grande Nulla napoletano, ci vorrebbe una squadra coesa nel conseguimento di obiettivi chiari e precisi, e con solide connessioni con il tessuto connettivo della città. Non vedo nulla di tutto questo.

Così è, se vi pare

with 3 comments

Il prossimo 4 giugno, prenderà il via il Napoli Teatro Festival 2013. Il Direttore De Fusco, nel presentarlo insieme al Presidente della Fondazione Campania dei Festival, l’assessore regionale Caterina Miraglia, mena vanto delle produzioni con attori e registi di fama internazionale, e lancia una bordata contro il Sindaco e la giunta comunale, affermando che “il Comune dovrebbe essere contento: a giugno doveva esserci il Forum delle Culture, del quale non sentiamo più parlare, non abbiamo più notizie. Invece ci sarà il festival”. Il festival, aggiunge, costerà quest’anno solo 4 milioni, a fronte dei 6 della scorsa edizione; e non ci sarà più il raddoppio a settembre. Quel che i due omettono di dire è che il NTF non paga da anni attori e tecnici che hanno lavorato alle produzioni delle edizioni precedenti. Che è stato citato in giudizio per questo da alcuni grandi nomi del teatro internazionale. Che in passato, e con i soldi del Festival, il Direttore De Fusco ha realizzato una sua produzione, costata 500.000 euro (e che, oltre il danno la beffa!, trattavasi de L’Opera da Tre Soldi…) Che De Fusco agisce in regime di monopolio semi-padronale, essendo anche Direttore dello Stabile napoletano (Mercadante e San Ferdinando), e che il teatro napoletano è ormai agonizzante. Che l’assessore Miraglia è un mirabile esempio di invadenza della politica, essendo al tempo stesso ai vertici dell’istituzione politica e degli organismi operativi che ne dipendono (ragion per cui, in assoluta solitudine, continuo a ritenere e chiedere che dovrebbe dimettersi). Quanto alla frecciatina sul Forum, peraltro fondata, nasce forse dalla delusione: la gestione del Forum nei siti regionali UNESCO, infatti, è stata sino all’ultimo in ballo tra la Fondazione diretta dal De Fusco e la SCABEC, la società partecipata che ha la gestione del Museo MADRe, e che si è infine aggiudicata la commessa (5 milioni di euro…).

Il teatro napoletano grida vendetta...

Il teatro napoletano urla vendetta…

D’altra parte, a 10 giorni dall’incontro con i rappresentanti della Fundaciò di Barcellona, che avrebbe dovuto essere nelle parole del Sindaco il punto di svolta, rimane il silenzio più totale. Nessuna comunicazione ufficiale sul programma, nessuna notizia dei bandi. L’assessore Di Nocera, ancora all’inizio del mese, nel corso delle Giornate x la cultura, ha ribadito la sua presa di distanza da un evento che la vede totalmente esclusa; mentre il referente ufficioso-ufficiale, Claudio De Magistris, fratello del Sindaco, tace.
Il Forum, si dice, comincerà a luglio, quando la città sarà presumibilmente boccheggiante per il caldo estivo; e si svolgerà prevalentemente all’interno di spazi chiusi, come la Mostra d’Oltremare e l’area ex-NATO a Bagnoli. Insomma, una scelta strategica geniale, perfetta per puntare al massimo coinvolgimento della città…
Così alla fine, i nostri solerti amministratori, dopo aver fatto e disfatto di tutto, in una cosa sembrano essere riusciti: snaturare completamente il Forum.
Quella che avrebbe dovuto essere, infatti, una grande manifestazione culturale, con un forte impatto strutturale, una larga partecipazione dei cittadini, ed una ricaduta positiva duratura, si preannuncia come l’ennesimo grande evento, una serie di spettacoli – magari anche di grande impatto – il cui target sarà inevitabilmente turistico. Ancora una volta, quindi, si sceglie la strada peggiore: usare Napoli come scenografia prestigiosa, con notevoli costi a carico della collettività e profitti per pochi. Una logica, forse inconsapevolmente, neo-borbonica.

Gli spazi pubblici del Comune, dal Maschio Angioino a Castel dell’Ovo al PAN, nella prospettiva della messa a reddito, sono ormai del tutto privi di una qualsivoglia parvenza di identità. Del resto, nel momento in cui si è operata la scelta di privilegiarne l’uso sulla base della possibilità di spesa dei proponenti…
Città della Scienza, almeno per la parte a mare, andata distrutta nell’incendio, si ricostruirà a Bagnoli. Ma, con uno di quei compromessi all’italiana, che son peggio di qualsiasi soluzione netta, pare si voglia… lasciare invariato il varco d’accesso, ma spostare i padiglioni in posizione diversa rispetto a quella pregressa!
Il complesso conventuale di San Domenico Maggiore, da poco riaperto dopo un lungo ed oneroso restauro, e per il quale si ipotizzava la destinazione d’uso a Museo della Musica – tanto che se ne parlò anche come sede della raccolta De Simone – sembra non si sappia più cosa farne. Come a dire che si degraderà lentamente, senza manutenzione ordinaria, utilizzandolo occasionalmente per gli eventi più disparati.
E Palazzo Fuga, lo splendido Albergo dei Poveri, con il suo restauro interrotto a metà, che domina la piazza come la facciata di una scenografia di cartone, in attesa di un film che non verrà mai girato…
Ed il complesso dell’ex-Ospedale Militare ai Quartieri Spagnoli, altro restauro senza alcun seguito…
A Napoli, per dire che di qualcosa ce n’è in abbondanza, si usa la locuzione se ne cade… E mai come adesso, è sembrata pienamente calzante.

La città si spegne, lentamente, di un’agonia infinita di cui lo stato della cultura e dei beni culturali è paradigma. E intanto, cerusici si affollano intorno senza costrutto.
Così è, se vi pare.

I segreti di Pulcinella

with 6 comments

E così, alla fin fine, il Forum delle Culture (sembra) si farà. Con un ulteriore slittamento rispetto alle date sin qui annunciate – si parla ore degli inizi di luglio. E con una dilatazione temporale inversamente proporzionale ai fondi investiti. Si partì con l’idea di investire 300 milioni, focalizzando sul Centro Storico e per 100 giorni, si finisce con 11 milioni, spalmati lungo un anno e spesso confinando gli eventi nei recinti della Mostra d’Oltremare e dell’area ex-NATO di Bagnoli.
Mentre del più volte annunciato programma (sembra alfine concordato con gli spagnoli della Fundaciò lo scorso 16 aprile) circola solo qualche indiscrezione.
In attesa di conoscerlo per intero, e per davvero, così da potersi formare un opinione ragionata, meglio astenersi dal giudizio – che sulla base dei primi indizi, e per quanto mi riguarda, già si profila però abbastanza negativo.
C’è da augurarsi che non si debba attendere troppo a lungo, per conoscerlo; e che i soliti annunciatissimi bandi non vengano pubblicati il giorno prima dell’inizio della manifestazione…
Si parla anche di coinvolgimento delle scuole, delle municipalità – e per quanto possibile, c’è da augurarsi che ne siano al corrente, e non l’abbiano appreso dai giornali.
L’unica certezza, pare essere la conferma ufficiosa (ma sostanziale) del segreto di Pulcinella: deus ex machina del Forum sarà il fratello del Sindaco. E voglio augurarmi che Claudio non sia a sua volta vittima dello stesso atteggiamento di Luigi, perchè lungo tutto quest’anno verrà sottoposto a critiche ed osservazioni, non solo a (possibili) elogi; e di entrambe dovrà farsi carico, assumendosi pienamente la responsabilità delle scelte. Di merito e di metodo. Quindi niente immodestia (come il fratello Sindaco che si auto attribuisce il dono della genialità…), né vittimismo (sempre il più noto fratello, con il suo autismo politico e la mania dei poteri forti che complottano contro di lui).
A ciascuno il suo. Si prenda i meriti, se ci saranno da prenderne, e non sfugga alle responsabilità.

Un Forum 'confinato' nella Mostra d'Oltremare?

Un Forum ‘confinato’ nella Mostra d’Oltremare?

Sarebbe interessante sapere, a questo punto, che ne è stato anche delle Giornate x la cultura, promosse ad inizio mese dall’assessore Di Nocera. A due settimane dalla conclusione, ancora non sono disponibili (almeno sul sito del Comune) i documenti finali, quelli che negli auspici e nelle intenzioni avrebbero dovuto tratteggiare le linee guida delle politiche culturali cittadine future.
Non è irrilevante, perchè sarebbe utile capire se e come si siano immaginate in relazione al Forum, rispetto al quale sembra paradossalmente sussistere invece un sentimento di estraneità; e soprattutto, se possano avere o meno un seguito oltre il 10 maggio (ancora una scadenza, chissà se mai rispettata…), data dell’ennesimo, annunciatissimo rimpasto della Giunta…
Resta insomma da sciogliere l’eterno nodo: chi fa le politiche culturali, a Napoli? c’è una direzione unica, oppure è bicefala? e soprattutto, esistono politiche culturali, in questa città?
Mi piacerebbe scoprire se in qualcuno dei documenti prodotti alle Giornate c’è una qualche forma d’interlocuzione, con una manifestazione culturale che nelle intenzioni attraverserà la città per un’anno intero. E mi piacerebbe scoprire se nel programma del Forum è prevista una qualche occasione di confronto, per conoscere le modalità con cui si determinano e si attuano, nelle altre città del mondo, le politiche culturali.
Sempre con la speranza di essere smentito, sarei pronto a scommettere che questi sono altri segreti di Pulcinella
Sappiamo tutti come andrà a finire.
Ma forse, ancor più importante, sarebbe sapere dove stiamo andando.

Sin dal primo momento, l’amministrazione arancione si è palesata come un one-man-show, e mai come una squadra, in cui ciascuno svolge un ruolo riconoscibilmente inquadrato in logiche e prospettive più ampie, generali.
Più che un disegno, la Giunta De Magistris sembra avere una serie di scarabocchi estemporanei. Ed è anche in virtù di ciò, che oggi si mostra alle corde.
Ma la ricerca di una prospettiva almeno di medio termine, è ormai irrinunciabile.  Di ciò, persino il Sindaco sembra (sembra…) rendersi ormai conto.
Quel che appare ancora nebuloso, è come pensa di rispondere, a questa domanda. Ancora una volta in solitaria ed autocratica scelta? Attraverso un interlocuzione ampia con le forze che lo sostengono in Consiglio Comunale – e che oggi appaiono alquanto allo sbando? Con il confronto aperto ad altre forze politiche e sociali?
Certo, il persistere di una visione eliocentrica di se, da parte del Sindaco, non induce a ben sperare. Sembra infatti non accorgersi che il tessuto sociale della città si sta sfrangiando, anche in conseguenza di un vuoto politico ed amministrativo, che in Palazzo San Giacomo ha (seppure in misura non esclusiva) origine.
Siamo ormai quasi al giro di boa dell’esperienza amministrativa attuale. E poiché è assolutamente chiaro a tutti, che questa esperienza non è ripetibile e non sarà ripetuta, sarebbe tempo di cominciare a pensare a cosa verrà dopo.
Ovviamente non nel senso di immaginare degli eredi, quanto di predisporre un eredità.

Capitalizzare un patrimonio di processi, di obiettivi, di modalità, che servano a costituire il lascito dell’amministrazione alla città. In questa prima metà di consiliatura, buona parte di quanto si è realizzato a Napoli, e che fosse duraturo, deriva direttamente dalle deprecate amministrazioni precedenti. Cosa lascerà questa, a sua volta?
Riuscirà a realizzare almeno un impianto di compostaggio? Troverà una soluzione alla crisi esiziale del PAN? Saprà passare il testimone di una città che sprofonda, o che risorge? Riuscirà, insomma, ad esprimere un idea che è una, e non soltanto una sequela di improvvisazioni?
Nella città d(e)i Pulcinella, o è commedia dell’arte, o è clownerie. Tertium non datur.

Perchè no.

with 25 comments

Detesto cordialmente il pregiudizio. Ma riconosco che difficilmente se ne rimane immuni, e talvolta fondatamente.
La scorsa settimana avevo scritto delle Giornate x la cultura organizzate dall’assessore Di Nocera, e lo avevo fatto non nascondendo il mio scetticismo al riguardo. Ciò nonostante, sono andato a seguirle, cercando di vedere ed ascoltare sgombrando il campo da ogni possibile pre-giudizio. E di sicuro, non ho difficoltà ad ammetterlo, alcune cose mi hanno colpito positivamente. Ma il bilancio rimane negativo. E per più di una ragione.
Ragioni che proverò qui a riassumere, “per chi l’ha visto e per chi non c’era” – per dirla con Ivano Fossati…
Riportando prima, però, le voci positive – che tanto si fa in fretta – di cui prima dicevo.
Ho apprezzato l’organizzazione, sobria ma efficiente. Ho trovato ben fatta la scelta degli interventi delle plenarie (Salvatore Settis, Aldo Masullo, Paolo Macry, Tomaso Montanari). Mi ha confortato, per altri versi, la mancanza di lamentazioni negli interventi del pubblico – quasi inevitabili, in situazioni del genere. E che testimoniano di un clima comunque positivo che, intorno alle Giornate, era stato creato.
E naturalmente, ho molto gradito l’incursione di Daniel Pennac, nel corso dell’ultima giornata, con le sue argute considerazioni.
Ma, per quanto mi sforzi, davvero qui si esaurisce il computo delle note positive. A mio avviso, ovviamente.

No. Non ci siamo...

No. Non ci siamo…

Quello delle note negative, ahimé, è ben più denso.
Cominciamo dalla scelta dei tempi. Nella sua relazione introduttiva, l’assessore ha ricordato che “le Giornate le ho pensate verso la fine dell’anno scorso”; ma questo conferma la valutazione negativa, rispetto al fattore tempo. Se, infatti, la ragion d’essere delle Giornate era l’ascolto, si sarebbero dovute tenere al più tardi a fine 2011, a non più di sei mesi dall’insediamento della nuova amministrazione. Sarebbe stato un modo per inaugurare una diversa stagione di rapporto tra operatori culturali ed istituzioni, e forse sarebbe servito ad ascoltare le storie e le idee di chi nella cultura lavora, traendone spunto per delineare le politiche d’intervento della Giunta. L’ascolto, quindi, sarebbe ora quanto meno tardivo.
Ma, nelle parole dell’assessore, non c’è stato nemmeno un bilancio di mid-term della propria gestione. A quasi metà sindacatura De Magistris – ammesso che duri tutti e cinque anni… – non una parola per dire abbiamo fatto questo e quest’altro, abbiamo avviato questo processo, puntiamo a questo risultato… É che, implicitamente, questa omissione segnala un dato reale: nulla è stato fatto, nulla è stato avviato.
La relazione introduttiva di Antonella Di Nocera è stata ricca di spunti personali, di riferimenti a ben note situazioni napoletane (dall’insulae di San Domenico Maggiore, che ospitava il convegno, a Palazzo Fuga, al teatro San Ferdinando, a Castel Nuovo, Città della Scienza…), e di molti desiderata finali. Ma se dovessi dire che sia emersa anche solo una traccia di politiche culturali, non saprei proprio dove trovarla.

Nonostante gli interventi di apertura, da parte dei succitati ospiti, siano stati interessanti (per quanto già noti, nella sostanza e nelle argomentazioni, e pur assolutamente condivisibili), inevitabilmente questi si sono rivelati inadatti a sollecitare ricadute effettuali immediate. Nè poteva essere altrimenti, poiché – appunto – i temi in essi affrontati erano tutti di ordine generale. Un’ottima cornice, ma che di per sé non poteva determinare il quadro. Il risultato dei tavoli di lavoro, quindi, almeno per quanto desumibile da un primo report fatto dai vari facilitatori, non ha prodotto sostanziali novità, né i vari elementi sono apparsi inquadrati in un progetto organico, o che andasse oltre il cosa (si vorrebbe), provando ad esplorare il come (realizzarlo).
Peraltro, alcune delle idee emerse dal lavoro dei tavoli erano state, anche su questo blog, avanzate più di un anno fa. E non lo dico per rivendicare primogeniture, quanto piuttosto per sottolineare che se davvero si volesse dare ascolto…

Non meno significativo mi appare che, come del resto qualcuno ha sottolineato dalla sala, non si può venire a dire “quell’altra bellissima parola: sinergia. Il concetto più importante: fare rete”, e poi svicolare dinanzi alla contestazione che sono proprio le istituzioni a non farlo. Perchè non ha molto senso dire “li abbiamo invitati, non sono venuti”, riferendosi agli assessori regionali. Il coordinamento tra le istituzioni è qualcosa che va ben al di là dell’invito a presenziare ad un convegno! É – o meglio, dovrebbe essere – una modalità operativa, a cui si sarebbe dovuto mettere mano, ostinatamente se necessario, già due anni fa. Del resto, gli ottimi rapporti che intercorrono tra il Sindaco ed il Presidente Caldoro potrebbero essere utilizzati per qualcos’altro che non sia l’organizzazione di grandi (?) eventi, come ad esempio la costituzione di un tavolo di lavoro congiunto su alcuni grandi temi – trasporti, turismo, cultura… E dico questo senza nulla togliere alle responsabilità della Giunta regionale campana, e dei singoli assessori – di cui peraltro, a cominciare dall’assessore Caterina Miraglia, ho più volte chiesto le dimissioni.

Ancor più significative, mi sono sembrate le assenze e le omissioni. Ho seguito per intero la prima giornata, e buona parte di quella conclusiva, e per quanto la presenza fosse sempre abbastanza numerosa (dalle 150 persone dell’apertura alle 100 della chiusura), ho potuto constatare le numerosissime assenze. Sono davvero innumerevoli i volti (a me) noti, e dei settori più disparati, che non ho visto nemmeno affacciarsi per dare un’occhiata. Segno che, pur riconoscendo la bontà delle intenzioni, c’è una buona fetta di operatori culturali napoletani ormai sfiduciati, che nulla si aspettano più dalle istituzioni. E che non si recuperano al dialogo con un convegno siffatto.
Ho trovato significativo che nessuno facesse cenno alla questione dell’ex-asilo Filangieri, che comodamente il Comune preferisce lasciare nel cono d’ombra in cui si trova, prolungando l’equivoco status quo ed al tempo stesso tenendosi le mani libere per un eventuale cambio di strategia nei confronti degli occupanti.
Ho trovato indecente il palleggio tra assessore e sindaco sul tema del Forum Universale delle Culture. Antonella Di Nocera, che al Forum ha dedicato le ultime parole del suo intervento, ha detto: “Non mi occupo del Forum direttamente, ma ho sempre espresso il mio parere sul Forum, che doveva essere un processo da costruire con la città e con i cittadini. Ora bisogna pretendere e lavorare affinché duri la sua eco, che sia qualcosa che resta alla città in termini reali e non una serie di eventi. Un programma unitario, che la Fondazione dovrà gestire e che Barcellona dovrà accettare: un format Napoli, una manifestazione articolata che ha capacità di coinvolgimento diffuso e sostanziale delle energie creative, dei giovani, dei territori e che persegue l’obiettivo di consolidare in modo condiviso progetti e talenti che esistono.” Dopodichè, ha passato la palla al Sindaco, presente al suo fianco, rinviando a lui il compito di parlarne. Ma se è pur vero che l’assessore è stata sin dal primo momento esclusa dal Forum, che senso ha adesso, a pochi giorni dal (presunto) inizio, parlare di “un processo da costruire con la città e con i cittadini”?

Dal canto suo, il Sindaco ha superato se stesso in spudoratezza. Nel corso del suo intervento, infatti, si è limitato a dare certezza (?) che i fondi ci sono. Non una parola di più. Salvo poi, a latere e conversando con i giornalisti, avere il coraggio di affermare abbiamo salvato il Forum“! Lui, l’artefice primo del disastro, colui il quale ha fatto e disfatto tutto ed il contrario di tutto, portandoci ad una situazione che, a pochi giorni dal (ribadisco: presunto) inizio del Forum, si presenta caratterizzata dalla più totale incertezza, ha pure la pretesa di presentarsene come il salvatore! Aggiungendo “si utilizzeranno fondi europei che fino all’ultimo centesimo andranno agli operatori culturali della città”. Bene, gli chiederemo conto anche di questa affermazione, a bocce ferme.
Cito ancora una volta Antonella Di Nocera, la quale ha affermato che “primo tra i compiti della politica è affermare un’etica della responsabilità.”
Sarebbe bene che lo rammentasse al Sindaco, per il quale questa è sempre di qualcun’altro (chi lo ha preceduto, i poteri forti, chi rema contro…). E magari anche a se stessa.
Perchè se la crisi che stiamo vivendo, come Paese ma ancor più come città, è così profonda e drammatica quale lei stessa l’ha tratteggiata, occorre affidare l’amministrazione a chi ha la capacità di affrontarla, e l’onestà di assumersene la responsabilità. La buona fede e le buone intenzioni non bastano, tantomeno la presunzione.
Aria nuova, prima che sia troppo tardi.

Easter eggs*

with 9 comments

Questa settimana, davvero di passione per ciò che riguarda il Paese, torniamo a parlare di culture a Napoli, anche perchè tra pochi giorni si celebrano in città le Giornate x la cultura, organizzate dall’assessore Di Nocera. Evento che vorrebbe essere di gran rilevanza, ma che – con un certo fastidio dell’assessore – sembra sinora non aver interessato più di tanto la stampa cittadina.
Poiché generalmente la Giunta gode (ancora) di buona stampa, è evidente che la presenza al Comune di un buon esperto di comunicazione che lavora gratuitamente per il bene della città, in questo caso non ha dato i suoi frutti; o forse, più semplicemente, non ha ritenuto di considerare l’evento più di tanto…
Come che sia, è pur sempre un’occasione che non si presentava da tempo, e quindi, anche se tardiva, val la pena di farci qualche riflessione su.
Ma, dicevo di culture, al plurale. Perchè c’è un’altro tema che mi interessa e su cui voglio tornare, ovvero il destino di Città della Scienza. E perchè al riguardo comincio a sentire – come si dice a Napoli – “il fieto del miccio”

Quale sorpresa portano, gli ovetti arancione?

Quale sorpresa portano, gli ovetti arancione?

Dunque, a pochi giorni dal fantomatico inizio dell’ancor più fantomatico Forum Universale delle Culture (aprile? maggio? 2013? 2023?…), ovvero di quello che avrebbe potuto e dovuto essere il più importante evento culturale della città (e del decennio), oltre che sicuramente della sindacatura De magistris, l’assessore alla cultura del Comune di Napoli convoca una tre giorni sul tema della cultura. Naturalmente, la prima cosa che viene da chiedersi è: come mai queste Giornate non sono state inserite nel programma del Forum? Sarebbe stata la cosa più logica, oltre che efficace. Ma l’assessore Di Nocera è stata sin dall’inizio clamorosamente esclusa dalla gestione di questo evento, che il Sindaco – con i disastrosi risultati che tutti sappiamo – ha invece voluto avocare a sé. Un po’ come se un Presidente del Consiglio escludesse il Ministro della Sanità dalla riforma ospedaliera…
Ed evidentemente questa esclusione, benché sia ormai cosa vecchia, brucia ancora.
Ma nel frattempo sovviene la seconda domanda: a cosa servono, queste giornate? A scorrere il programma, ma anche semplicemente riflettendo su tempi e modi con cui sono state messe in campo, qualche perplessità viene. Dopo due anni di vuoto d’iniziativa in campo culturale, con il PAN ridotto ad un albergo a ore (pardon, si dice messa a reddito del patrimonio comunale…), ci si sarebbe aspettati qualcosa di diverso. Nella sostanza e nello stile.

Quel che si celebrerà al Convento di S. Domenico Maggiore, infatti, è un classico convegno old style, che in ultima analisi serve a celebrare l’establishment. Nessuna indagine preliminare sul campo, per portare alla discussione elementi fattuali su cui confrontarsi – ad esempio. Nessun percorso partecipativo, per individuare almeno alcuni dei temi su cui incentrare la discussione. E che certamente è difficile si possano concentrare in due giorni di lavori, anzi in due mezze giornate, chè da programma i tavoli di lavoro sono pomeridiani…
Tanto più ambiziosi, quindi, appaiono gli obiettivi conclamati. Sono pertanto scettico sulla effettiva utilità di questa tre giorni, il cui esito dovrebbe essere un documento programmatico finale. Tempi e modalità, a mio avviso, non consentono una seria analisi ed elaborazione di proposte, e quindi questo documento programmatico rischia di essere solo un’insulsa lista d’intenti, o peggio ancora una foglia di fico per coprire scelte già prese altrove.
Sono ormai un vecchio sospettoso, quindi la terza domanda è: ma non è che magari questa kermesse, non a caso calendarizzata in prossimità del previsto rimpasto di Giunta, serve soprattutto come puntello all’eternamente in bilico assessore alla cultura?

E veniamo al rogo di Bagnoli. Come sempre in questi casi, grandi attestazioni di solidarietà, la mobilitazione popolare, i gonfaloni, i paroloni, la camorra-prezzemolo… e chi più ne ha più ne metta. Poi, cominciano a venir fuori pian pianino le cose serie. E quel che emerge è un doppio nocciolo della questione; che non è solamente sui suoli (dove ricostruire), ma anche sui ruoli (chi comanda cosa). Anzi, forse il primo aspetto è funzionale al secondo.
Com’è noto, non sono tenero con la gestione del centro-sinistra a Napoli ed in Campania, e qualcosa da dire anche su Città della Scienza ci sarebbe. Ma che la Fondazione Idis sia stata, come il MADRe e la Fondazione Forum, uno dei bersagli delle nuove amministrazioni comunale e regionale, è cosa nota. Sin dal primo momento, c’è stato scontro tra Caldoro e Silvestrini, in merito alla gestione della Fondazione, di cui la Regione è socio. Ebbene – sull’ovvio input degli amministratori locali – il 28 marzo 2013 è stato emanato un decreto ministeriale (Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Francesco Profumo, Ministro per la Coesione Territoriale – Fabrizio Barca) che istituisce un Comitato interministeriale per la nuova città della scienza, tra i cui obiettivi c’è (comma 5) quello di effettuare “uno studio preliminare sui possibili assetti di governance della nuova Città della scienza, con l’obiettivo di separare le attività di gestione dalla attività di progettazione scientifica”.
É possibile, insomma, che all’ombra dell’incendio (se mi si passa l’ossimoro), si muovano anche interessi altri; che l’incendio stesso, sulle cui motivazioni mi auguro emergano presto verità accertate, possa servire per altre manovre, di altra natura. Che, insomma, qualcuno diverso dai mandanti colga l’opportunità.
Escludendo che in Regione ci sia qualcuno che vuole assumere l’attività di progettazione scientifica, è chiaro che l’obiettivo autentico è la gestione amministrativa. Che, tra l’altro, significa la governance vera, il personale, le partnerships con i privati, etc… Insomma, in attesa di sapere chi e perchè ha appiccato il fuoco, sembra che chi vuole assumere il controllo della Fondazione, e chi vorrebbe spostare Città della Scienza nell’area ex-NATO di Bagnoli, stia mettendo a profitto il fattaccio. Forse persino prima e meglio dei piromani veri.

Strani scherzetti porta la Pasqua…

* [“Un Easter egg (in italiano, letteralmente, uovo di Pasqua) è un contenuto, di solito di natura faceta o bizzarra, e certamente innocuo, che i progettisti o gli sviluppatori di un prodotto, specialmente software, nascondono nel prodotto stesso (come un uovo di Pasqua nascosto in giardino, secondo la tradizione anglosassone).” – fonte: Wikipedia]